sabato 29 ottobre 2016

L'odissea d'amore di "Marina Bellezza"

Dopo Hemingway e il safari di caccia, avevo assolutamente bisogno di leggere qualcosa un po' più nelle mie corde e quindi sono andata a colpo sicuro con un'autrice di cui avevo veramente adorato la prima opera, "Acciaio". Credo che Silvia Avallone, come Valentina D'Urbano e Margaret Mazzantini, sia una di quelle poche scrittrici contemporanee che riesce a creare nel lettore la sintonia perfetta con l'umore dei suoi personaggi. Riesce a far ridere, piangere, riflettere, nella giusta dose. Una scrittura bilanciata, senza troppi giri di parole, aggettivi scelti con cura che vanno dritti al segno, una forza espressiva di talento.


Trama:
Marina ha vent’anni e una bellezza assoluta. È cresciuta inseguendo l’affetto di suo padre e di una madre troppo fragile. Per questo dalla vita pretende un risarcimento, che significa avere il mondo ai suoi piedi. Un sogno da raggiungere con ostinazione. La stessa di Andrea, che lavora part time in una biblioteca e vive all’ombra del fratello emigrato in America, ma ha un progetto folle e coraggioso in cui nessuno vuole credere, neppure suo padre, il granitico ex sindaco di Biella. Per lui la sfida è tornare dove ha cominciato il nonno tanti anni prima, risalire la montagna, ripartire dalle origini. Marina e Andrea si attraggono e respingono come magneti, bruciano di un amore che vuole essere per sempre.









Questo romanzo mi ha scosso fin dentro le viscere. Sarà che capita proprio in un momento in cui l'avere a che fare con persone superficiali come Marina e il desiderio di mollare tutto e andare a zappare la terra e allevare galline come fa Andrea, stanno oltremodo alterando la mia già scarsa pazienza e innescando in me la sensazione che potrebbe provare un animale selvatico chiuso in gabbia. Marina, la cafona che approda in tv convinta di avere il mondo ai suoi piedi, mi ha suscitato antipatia fin dalle prime righe, nonostante la sincera commiserazione che ho provato per la sua infanzia traumatica e il rapporto tortuoso con i suoi genitori. Ho apprezzato di più la reazione di Andrea, nemmeno lui esente da un carico di torti subìti nell'infanzia, reali o fraintesi che siano. Entrambi decidono di prendere in mano le redini della propria vita, a dispetto di tutto e tutti, e inseguire un sogno, anche se in direzioni diametralmente opposte. E' questo che rende speciale il loro amore in fin dei conti, almeno finché dura. 
Marina è capricciosa, immatura e viziata; Andrea introverso e riflessivo. Marina vuole sfondare nel mondo dello spettacolo, Andrea vuole vivere nell'invisibilità delle montagne. Marina vuole il mondo ai suoi piedi, acclamata come una diva, Andrea desidera vivere al ritmo del sole e delle stagioni con le mucche come uniche compagne di vita. Solo le mucche e Marina, l'amore della sua vita. Ma come è possibile conciliare la vita di un contadino con quella di una starlette di Mediaset? Non sembra possibile ovviamente ma non voglio anticiparvi il finale. Quello che conta, quello che emoziona, è ciò che sta in mezzo, il perdersi e ritrovarsi continuo di due anime in pena che si amano ma si respingono. La ricerca di un compromesso, il tentativo di negoziare una relazione, tra due persone di indole così diversa. Comprendersi, promettersi, accettarsi, poi mandarsi a quel paese, per poi ritrovarsi di nuovo e ricominciare daccapo. Una relazione straziante perché anche se vorresti aprirgli gli occhi e dirgli "Guarda che ti stai facendo del male" sotto sotto fai il tifo perché uno dei due ceda e vinca l'amore, nonostante tutto. Ma non è solo una storia d'amore e odio tra due persone, è anche una storia di amore e odio verso la propria terra e le proprie origini, vissute a volte come impedimento al successo e a volte come l'occasione per ripartire da zero, costruendosi una vita più genuina.
Proprio come in "Acciaio", Silvia Avallone coglie tutte le sfumature delle emozioni più cupe e tormentate e le riporta magistralmente sulla carta, a cominciare dallo sguardo del cervo investito che cerca di restare aggrappato alla vita, fino all'ultimo sguardo di Marina Bellezza che corre lungo le montagne del biellese. Vi consiglio assolutamente questo libro, dalle tinte forti ma che racconta l'odissea d'amore più attuale che si possa immaginare.





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