domenica 20 novembre 2016

Stasera bis: "Le luci nelle case degli altri"

Già che sono in ballo, stasera balliamo. Dopo giorni di angoscia e pena per la sorte del mio portatile che si è beccato un virus (pure lui, poverino!) ho appena postato la mia opinione, salvata nelle bozze qualche giorno fa, sul penultimo libro letto, e approfittando del computer in prestito, mi accingo a parlarvi dell'altro libro che ho appena terminato di leggere.

Piccola premessa sull'autrice: avevo letto finora solo "Avrò cura di te" scritto in collaborazione con Massimo Gramellini, che non avevo particolarmente apprezzato, quindi ero un po' restìa nonostante il fatto che la trama di "Le luci nelle case degli altri" mi incuriosiva.



Trama:
Mandorla è la bambina felice di una ragazza madre piena di fantasia. Maria, la mamma, lavora come amministratrice d'immobili e ha lo speciale dono di trasformare ogni riunione condominiale in toccanti sedute di terapia di gruppo... Quando un tristissimo giorno Maria muore cadendo dal motorino, i condomini di via Grotta Perfetta 315, quelli che più le volevano bene, scoprono da una lettera che proprio nel loro stabile la piccola Mandorla è stata concepita... ma su chi sia il padre, la lettera tace. Proprio perché con tutti Maria sapeva instaurare un legame intenso, nessun uomo tra i condomini si sente sollevato agli occhi degli altri dal sospetto di essere il padre di Mandorla. È così che verrà presa la decisione di non fare il test del DNA su Mandorla, e stabiliscono di crescere la bambina tutti assieme. È questo il fatale presupposto di una commedia umana che, con l'alibi del paradosso, in realtà ci chiama in causa tutti. E mentre, di piano in piano, Mandorla cresce, s'innamora, cerca suo padre e se stessa, ci si avventura con lei verso rivelazioni luminose e rivelazioni scomode, si assiste a nuove unioni e a separazioni necessarie.





Non so dirvi perché ma le storie che coinvolgono condomini, famiglie con storie diverse ma indissolubilmente legate dalla vicinanza coatta, e portinai hanno su di me un certo ascendente. Mi vengono in mente ad esempio "L'eleganza del riccio" e "Il giorno prima della felicità", che hanno in comune con quest'altro della Gamberale un linguaggio fluido e scorrevole che nasconde dietro ad avvenimenti a prima vista banali una sottile e imprevedibile filosofia di vita e tanto umorismo.


Vorrei... Che nei momenti di disperazione non ti viene in mente di invidiare
la felicità degli altri, le fortune, i successi degli altri,
le certezze, i risultati, le luci nelle case degli altri:
dappertutto c'è del bene, dappertutto c'è del male.

La storia si snoda attraverso cinque capitoli, che sono gli altrettanti piani fra i quali Mandorla, figlia dell'amministratrice rimasta orfana, è costretta a fare la spola perché ci sia sempre qualcuno a prendersi cura di lei. E' proprio Mandorla a raccontarsi e a raccontare, dalla cella della prigione dove è finita per aver creduto ingenuamente di potersi fidare del suo Primo Amore Possibile, che invece si è rivelato essere solo un infimo delinquentello di strada. E racconta di Tina, zitella con tanto amore da dare agli altri quanto quello che non ha ricevuto dalla sua famiglia, che di notte si mette il vestito buono per chiacchierare amabilmente con le persone della sua fantasia. Racconta della relazione precaria tra Samuele, regista dilettante e sognatore convinto di poter cambiare il mondo con il suo lavoro, e Caterina, avvocato con i piedi ben piantati a terra. Racconta dell'amore omosessuale tra Paolo e Michelangelo, che mentre cercano di abbattere le barriere per i diritti dei gay alzano barriere di incomprensione tra di loro, che sfociano nell'apatia per uno e in rabbia per l'altro. Racconta di Lidia e Lorenzo, a prima vista la relazione più disequilibrata eppure quella che si rivela la più stabile, in cui non ci si raccontano bugie, non si fanno promesse, non ci sono garanzie, si dà e si riceve, si litiga si urla e si fa l'amore. Racconta dei Barilla, la famiglia perfetta, anche se l'Ingegnere tradisce la moglie, anche se la moglie incassa e resta in silenzio, bloccata in un circolo vizioso di indulgenza e masochismo psicologico, anche se Giulia è una gothic punk che va a letto con uomini sposati, anche se Matteo è segretamente innamorato di quella che un giorno potrebbe rivelarsi essere sua sorella..
E Mandorla racconta di sé, una specie di pozzo in cui ognuna di queste persone versa un po' della propria conoscenza e un po' delle proprie paranoie, e Mandorla non può che prendere tutto per buono, perché TUTTI sono la sua famiglia e non vuole deluderli. Così, con le ballerine abbinate ai pantaloni militari, agli orecchini di corallo e alla giacca di panno blu, cerca a tentoni di crearsi un suo posto nel mondo, ma sentendosi sempre inadatta: inadatta con i grandi e inadatta con gli altri della sua età. In un susseguirsi di domande senza risposta, dubbi esistenziali, amori disattesi, amicizie appena sbocciate e già deludenti, il lettore segue la crescita di Mandorla fino all'adolescenza e alla svolta decisiva che la porterà a confrontarsi una volta per tutte con la Verità. Che è esattamente quella che il lettore proprio non si aspettava.





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