mercoledì 24 agosto 2016

Descriviti con i libri #tag

Buonasera lettori! Ho scoperto casualmente il post nel blog di Sara e l'ho trovata davvero un'idea molto carina: rispondere a 15 domande con il titolo di un libro. Provo a cimentarmi con le risposte, e spero di contagiare anche qualcun altro..

1. Sei maschio o femmina? Piccole donne di Louisa May Alcott, che non a caso è il primo libro che ho letto con un po' di cognizione alle elementari.

2. Descriviti La strega di Portobello di Paulo Coelho, e vorrei ben vedere..

3. Che cosa provano le persone quando stanno con te? Zia Mame di Patrick Dennis, un'inesauribile fonte di energia contagiosa, generosa, eccentrica, autoironica. Peccato solo che io non abbia anche tutti i soldi che ha lei

4. Descrivi la tua relazione precedente Il buio oltre la porta di Nicoletta Sipos, e non aggiungo altro per non riaprire vecchie ferite.

5. Descrivi la tua relazione attuale Scusa ma ti voglio sposare di Federico Moccia (dovessi rileggerlo adesso vomiterei probabilmente ma all'epoca mi faceva sognare il grande amore, proprio quello che sto vivendo adesso)

6. Dove vorresti essere? Into the Wild di Jon Krakauer.. Un'avventura del genere non ha paragoni, e prima o poi lo farò sul serio!

7. Come ti senti nei confronti dell'amore? La ragazza delle arance di Jostein Gaarder, perché credo negli amori predestinati.

8. Come descriveresti la tua vita? Inès dell'anima mia di Isabel Allende. Mi sono allontanata dalla casa paterna per inseguire un amore che non valeva niente e anzi mi ha distrutto psicologicamente. Ma mi sono rimessa in piedi e ho trovato il mio perfetto compagno di avventure.

9. Cosa chiederesti se avessi a disposizione un unico desiderio? Il giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne. 

10. Di' qualcosa di saggio Non sperate di liberarvi dei libri di Umberto Eco e Jean-Claude Carrière. Un'enciclopedia di vita vissuta, consigliatissimo.

11. Una musica Sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj. Un capolavoro di contraddizioni, ma pur sempre un capolavoro.

12. Che cosa temi? Madame Bovary di Gustave Flaubert. Quello che davvero mi spaventa è che più passano gli anni, più si perdono degli ideali e dei valori. Siamo vittime del consumismo dell'egoismo e di quello che la società ci impone di desiderare a costo di tutto, fino all'isteria..

13. Un rimpianto  La fine è il mio inizio di Tiziano Terzani. Aver sacrificato la mia passione per il giornalismo in nome di una testardaggine adolescenziale 

14. Un consiglio per chi è più giovane Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach. Non abbiate paura di andare controcorrente, di seguire il vostro istinto, di aspirare a qualcosa di più,  solo per paura di fallire o di essere giudicati; abbiate il coraggio di volare più in alto degli altri.

15. Qual è il libro da evitare? Uno dei libri che ho odiato oltre ogni dire è Mi si è fermato il cuore di Chamed... Puah, non voglio sprecarci nemmeno una parola


Bella sfida, devo ammetterlo. Spero piaccia anche a voi e che il tag continui a girare




martedì 23 agosto 2016

Rievocazione di un'intervista

Buonasera, cari lettori!
Il rientro a lavoro mi sta stremando psicologicamente, ma si resiste..
Annunciandovi in anteprima la mia seconda intervista a un pluripremiato autore di fantascienza per il trimestrale locale, che uscirà a fine settembre, pubblico qui di seguito la prima intervista che gli feci.
Correva l'anno 2014....

 L'Emilia attraverso la lente della fantascienza.
Quando, circa un anno fa, mi hanno parlato di un giovane scrittore bagnolese di fantascienza, le mie antenne si sono drizzate. La fantascienza, soprattutto in campo letterario, è un genere di nicchia. Non tutti lo apprezzano e sono davvero in pochi a saperlo trattare con stile. Così quando, recentemente, ho chiesto in giro di questo scrittore e mi sono sentita rispondere "Ma perché, a Bagnolo abbiamo uno scrittore di fantascienza?!??", ho capito che era proprio il caso di farlo conoscere ai più attraverso tutti i canali che ho a disposizione. In meno di un mese ho divorato due libri di racconti, "Nebbia d'Agosto" e "Cronache dal domani", e il suo primo romanzo, "Il Re Nero", poi ho chiesto un appuntamento all'autore per un'intervista. Ed eccoci qua: un aperitivo e due chiacchiere con Maico Morellini, vincitore del Premio Urania 2010.
Parlami un po' di te, del tuo percorso scolastico e lavorativo.
Io sono nato e cresciuto a Bagnolo, ho frequentato le superiori a Reggio, l'istituto BUS, che è l'equivalente di un liceo scientifico. Dopo la maturità ho frequentato tre università diverse: a Parma tre anni di Geologia e un anno come tecnico di laboratorio biomedico; poi ho deciso di fare il servizio civile per un anno e mentre lavoravo mi sono iscritto a Scienze delle Comunicazioni prima a Bologna e poi a Reggio. A un certo punto mi sono accorto che lavorare e studiare contemporaneamente era un peso eccessivo, quindi ho scelto di lasciare gli studi senza conseguire alcuna laurea e ho iniziato il mio percorso lavorativo, ma intanto le varie università hanno completato la mia formazione scientifica. Nel 2001 ho cominciato a lavorare nel settore dell'informatica, anche se non c'entra niente con quello che ho studiato, ma da smanettone qual ero è la cosa che mi riusciva meglio, e tutt'ora sono consulente informatico. Dal 2003 al 2010 sono stato presidente di Yavin 4, fanclub nazionale di Guerre Stellari e fantascienza, che ho fondato personalmente e con cui continuo a collaborare. Yavin 4 è nato con l'idea molto chiara di privilegiare l'aspetto letterario della fantascienza, e infatti per 8 edizioni ho curato un concorso letterario a tema, oltre a valorizzare in Italia non solo i film ma tutto il settore del fantasy e della fantascienza, che sono le mie grandi passioni da sempre.
Quali sono state le letture giovanili che ti hanno aperto le porte a questo genere?
Il primo libro che ho letto era un fantasy di uno scrittore americano, molto ispirato a "Il Signore degli Anelli", che si chiama Stephen R. Donaldson, autore della saga delle Cronache di Thomas Covenant l'incredulo. Intorno ai 13 anni ho scoperto Isaac Asimov e ho letto buona parte delle sue opere. I suoi libri mi hanno sicuramente segnato, lui è una pietra miliare della letteratura fantascientifica e se potessi scegliere vorrei scrivere come lui, ma è chiaro che è solo un riferimento, non posso competere. Tra i 12 e i 18 anni ho letto tutti i fantasy che mi capitavano sotto mano, compresi "Il Signore degli Anelli" e "Lo Hobbit", poi verso la fine delle superiori ho iniziato a leggere anche altre cose, tipo Stephen King, e parallelamente mi sono avvicinato al mondo dei fumetti, da Dylan Dog, a Nathan Never, a X-Men, a un po' tutto il mondo della Marvel. Anche riguardo al mondo cinematografico sono molto legato alla fantascienza. Mi piace ricordare che sono nato nel 1977, lo stesso anno di Guerre Stellari; ho visto al cinema Il Ritorno dello Jedi quando avevo 6 anni e da allora la fantascienza è entrata a far parte della mia vita. Andando avanti negli anni ho cercato di variare un po' le mie letture, aldilà di quelle che ci fanno ingoiare a scuola, apprezzando anche alcuni grandi classici come il Don Chisciotte e il Conte di Montecristo, per ampliare i miei orizzonti in previsione della volontà di iniziare a scrivere.
A che età hai scoperto questa inclinazione alla scrittura?
Ho iniziato a "scribacchiare" con un po' di buonsenso alle medie, ho mollato per qualche anno, e verso il quarto anno di liceo ho ripreso con un po' più di consapevolezza. Le prime cose che ho scritto erano molto imitative, molto ispirate ai maestri dell'horror o ai fumetti, erano una brutta copia in versione splatter di cose che avevo letto. Uno dei racconti che è poi entrato nella raccolta "Cronache dal domani", ed esattamente "Nemici", era nato come un tema alle superiori che avevo proposto a una mia professoressa che mi aveva molto motivato. I riscontri positivi suscitati da quel racconto mi hanno spinto a partecipare ad alcuni concorsi letterari, e dopo aver messo insieme tre racconti, nel 1999 ho spedito il tutto a una casa editrice, L'Autore Libri Firenze, che li ha pubblicati. Il contratto con l'editore mi vincolava all'acquisto di 3 o 400 copie del libro a prezzo di copertina, che era 19.000£, il che significava un patrimonio all'epoca. I miei genitori mi hanno assecondato, ma è un errore da cui vorrei mettere in guardia chiunque voglia farsi pubblicare. Di tutte quelle copie molte le ho regalate, qualcuna sono riuscita a piazzarla a qualche libreria e sono rientrato di una parte delle spese, ma sconsiglio vivamente di fare accordi con editori a pagamento. Io poi ci sono ricascato con la seconda raccolta, "Nebbie d'Agosto", nel 2000, dopo aver mandato i racconti a un concorso della Ibiskos. Non avevo vinto il concorso ma avevo ricevuto una segnalazione. La casa editrice ha inserito il libro nel catalogo, con una presentazione alla Fiera del Libro di Torino, ma ho dovuto comprare un tot di copie alla metà del prezzo. Mi è sembrata una montatura, indice di poca serietà. Tuttavia all'epoca trovai una recensione molto entusiasta della raccolta su una rivista pugliese, FutureShock, che mi ha dato una certa soddisfazione nonostante tutto. Nel frattempo ho continuato a partecipare a concorsi, con l'idea di farmi le ossa su poco spazio, quindi concentrare un'idea a effetto con un finale che doveva essere un po' un colpo di scena. In quel periodo ho ricevuto tre segnalazioni dal premio Lovecraft, che allora era il concorso a tema horror più titolato.
Leggendo i tuoi racconti e il romanzo, ho avuto dei flash di alcuni film o serie Tv, come X-Files, Io sono leggenda, Minority Report, Ultimatum alla Terra...
Credo che quando scrivo, avendo visto tanti e tanti film, è inevitabile e involontario che cerco di rappresentare sulla carta le vicende come le vedrei in una sequenza di scene da cinema.
Qual è stata la molla che ti ha spinto a fare il grande salto dai racconti al romanzo?
Sono passato al romanzo perché i racconti mi stavano stretti, sentivo di avere bisogno di più spazio per la trama. In realtà il mio primo romanzo è chiuso nel cassetto e non vedrà mai la luce. Era troppo barocco, molto ambizioso, direi eccessivo. Ambientazione americana, perché fa figo, perché parlare di sceriffo piuttosto che di appuntato fa più cinema, insomma una storia robusta. L'ho riletto e ho capito che qualcosa non andava: ero troppo concentrato su di me e poco attento al lettore. Avevo talmente tante idee ed ero così innamorato della storia che ho perso di vista l'obiettivo. Poi mentre lo stavo scrivendo, nel 2004, ho partecipato a un corso di scrittura creativa a Pesaro che mi ha aiutato molto. Mi ha riportato alla mia dimensione, mi sono reso conto che se non sei Hemingway non puoi farcire un libro di paroloni: sii diretto, sii semplice, lascia stare l'America e scrivi di quello che sai. Appena rientrato dal corso ho scritto un racconto breve che parlava di droga, "Come neve", poi pubblicato sulla rivista Writers Magazine, la mia prima pubblicazione senza dover pagare. Ho continuato a scrivere racconti, poi nel 2006 ho iniziato "Il Re Nero". Mi sento molto calcolatore nelle trame, e per sviluppare una trama come l'avevo in mente avevo bisogno di molto più spazio rispetto alle dieci cartelle di un racconto.
Che insegnamento hai tratto dalle critiche ai racconti che ti è poi stato utile nella stesura del romanzo?
Di sicuro mi sono reso conto, proprio grazie alle opinioni di chi leggeva i miei racconti, che le trame da me inventate hanno bisogno di un respiro più ampio. Ho sempre avuto molte idee e a volte cercare di condensarle in un racconto finiva con il menomare la complessità dietro l'idea di base del racconto stesso.
Come nasce la trama di un romanzo di fantascienza?
Ma in realtà, non è che mi son detto "Voglio scrivere un romanzo di fantascienza, adesso inizio a pensare a una trama". Avevo già in mente un'ambientazione, il protagonista e l'antagonista, e l'idea di un giallo investigativo: dovevo solo elaborare il tutto e svilupparlo.
Chi o cosa ti ha aiutato a concepire la tecnologia avanzata che hai descritto ne Il Re Nero?
Da un lato c'è la formazione scientifica maturata sia durante le scuole superiori che durante i miei vari studi universitari e dall'altro c'è la grande curiosità e passione per tutto quello che riguarda la fantascienza e la tecnologia. Le due cose, unite, fanno sì che mi sia piuttosto facile trattare di tecnologie dando loro una certa credibilità. Tra l'altro, è una delle cose più divertenti che capitano quando si scrive di fantascienza.
Come è nata l'idea di Polis Aemilia?
Non so dirtelo precisamente. Credo che l'idea fosse figlia di quel periodo. L'idea, quando le cose vanno male, di volersi chiudere al resto del mondo e formare una sottonazione non è così originale. L'ambientazione italiana era una priorità fin dall'inizio, per rendere tutto più credibile anche. Venendo anche da tantissimi anni di lettura di Nathan Never, di film cyberpunk eccetera, l'idea di una città così grande e articolata mi è venuta spontanea.
Quando in Italia si è cominciato a parlare di accorpamento delle province ti sei sentito un visionario come George Orwell?
Avrei gradito un pubblico riconoscimento (ride, n.d.r.). Non avevo pensato al parallelismo con Orwell, ma in effetti quando ho iniziato Il Re Nero era appena scoppiato uno scandalo politico per crimini sessuali, c'era questo federalismo spinto, e io anticipavo. Quando hanno parlato di accorpamento delle province, mi sono detto "Beh allora evidentemente, non sarò un visionario, ma ho raccolto inconsciamente qualcosa che c'era nell'aria". Anche l'idea di risolvere i problemi del presente ripescando dal passato, già successo nella Germania di Hitler, è assolutamente provocatorio: è normale che succeda ma si vede nel libro come va a finire. Voglio aggiungere che avere la struttura di Polis Aemilia così chiara in mente e anche così estrema mi ha aiutato durante la scrittura.
In uno dei tuoi racconti parli di invasione aliena: qual è la tua opinione personale sulla vita extraterrestre?
Sono possibilista, molto. Che esista la vita nello spazio si sa, ci sono le prove, che gli alieni vengano proprio qua è poco probabile. Piuttosto mi preoccuperei di quello che succede sulla Terra, perché forse non tutti sanno che a febbraio dell'anno scorso hanno finito di perforare uno strato di ghiaccio che copre il lago Vostok in Antartide. In questo bacino enorme hanno trovato strane forme di vita, oltre a scoprire anomalie magnetiche, strutture troppo perfette per essere solo roccia, metalli che emettono radiazioni. Insomma ci sono sorprese anche qui sul nostro pianeta su cui riflettere, senza bisogno di andare troppo in là.
L'isolamento volontario dalla civiltà è un tema che ricorre tra i racconti e il romanzo. È autobiografico o semplicemente utile alla trama?
Per quanto vivere a Bagnolo in Piano possa assomigliare a un isolamento volontario dalla civiltà, no, non c''è niente di autobiografico. Ovviamente scherzo, adoro il paese in cui sono nato e cresciuto. L'isolamento è uno dei percorsi più interessanti per catalizzare la crescita di un personaggio. Ed è grazie all'isolamento se si possono portare all'estremo comportamenti, ideologie e obiettivi di un personaggio perciò è un utile artificio narrativo. Poi scrivere e leggere, in qualche modo, significa anche isolarsi dalla civiltà per tutta la durata del romanzo perciò è anche un modo per entrare in sintonia con chi legge e scrive.
Che tipo di ostacoli hai dovuto affrontare nel corso del processo creativo e come li hai superati?
In Italia il genere letterario fantascientifico è un po' bistrattato. Piccolo aneddoto: appena finito Il Re Nero, dopo aver speso energie e investito speranze, ho chiesto a un mio amico che lavora in Longanesi di sottoporlo alla direttrice editoriale; quando ha saputo che si trattava di fantascienza ha detto "Non lo leggo neanche". In quel preciso momento storico l'etichetta di fantascienza, con tutto il suo mondo di sottogeneri, non aveva presa sul lettore e non veniva presa in considerazione. Quando ero a circa metà del romanzo, è uscito un film al cinema che mi bruciava l'idea di base del giallo investigativo. Era "The Island", con Ewan McGregor e Scarlett Johansson, in cui i personaggi venivano allevati in un finto rifugio dalle radiazioni che distruggevano la Terra, e in realtà quando c'era una persona ricca con dei problemi fisici, uno di questi cloni veniva prelevato e i suoi organi usati come pezzi di ricambio. Io ho subito pensato "Perfetto! Mi sono praticamente bruciato il punto cruciale!". Da lì è partita la necessità di andare oltre l'idea di base ma l'ambientazione era così ben delineata, così ben strutturato l'impianto del romanzo, che, lo so che può far ridere, ma ho solo lasciato che i personaggi interagissero liberamente tra loro, fino a prendere autonomamente direzioni che io non avevo nemmeno preso in considerazione. Ma l'ostacolo maggiore è stato il timore, durante i tre anni in cui ho scritto Il Re Nero, maturando esperienze diverse, di un cambio stilistico troppo evidente tra l'inizio e la fine. Si corre quel rischio quando per mancanza di tempo sei costretto a lasciare e riprendere il lavoro, o a scrivere nei tempi e nei posti più impensati. Sarebbe bello farlo a tempo pieno, mollare tutto il resto e dire "Ora scrivo e basta", ma non è fattibile coi tempi che corrono.
Nel corso di questi anni quali riconoscimenti hai ricevuto?
A parte quelli che ho già citato, ho pubblicato su una raccolta che si chiama "365 racconti sulla fine del mondo", e ho contribuito recentemente ad alcune antologie. Ma in realtà l'unico premio è quello ricevuto da Urania nel 2010 come vincitore del concorso. Vincere il premio mi è stato utile per trovare altri contatti, come il sito Nocturno.it per cui scrivo recensioni, e mi ha dato la possibilità di bypassare i normali canali per far arrivare le proprie opere agli editori. La soddisfazione non si può descrivere. In questo caso, e a differenza di quello che spesso si pensa, mi sento di dare un segnale di speranza a chi pensa di dover affrontare un sacco di lavoro e poi nessuno ti pubblica. La fatica la devi fare, devi sforzarti per far giungere il tuo lavoro dovunque sia possibile, ma se ti impegni e ci credi, il merito viene premiato.
Puoi accennarmi qualcosa sul tuo nuovo romanzo?
Non voglio dire niente, sono molto scaramantico, e il contratto con Mondadori mi vincola molto. Posso solo dire che si tratta di un romanzo di fantascienza molto contaminato dal fantasy, ambientato in Italia, ma preferisco non aggiungere altro.
Che consigli ti senti di dare a uno scrittore alle prime armi che vuole misurarsi con una trama di fantascienza?
Un errore comune è quello di voler ammassare nel libro tante belle idee, invece bisogna saper fare una scelta e scrivere solo quello che serve alla storia. Non pensare mai che quello che scrivi è un capolavoro e tu sei un genio incompreso. Farsi le ossa coi racconti; pubblicazioni a pagamento da evitare come la peste. Poi c'è la novità degli e-book che permette a chiunque di auto pubblicarsi in rete a costo zero. Senza dubbio è una bella idea, ma da usare con cautela. Il vantaggio della carta stampata è che passa attraverso un vaglio molto preciso e accurato, mentre la via dell'e-book, in quanto scorciatoia, può rivelarsi un'arma a doppio taglio, anche per chi compra, che non sa cosa sta comprando. Quando si spedisce del materiale a una casa editrice sconsiglio di usare l'etichetta fantascienza, perché può succedere che venga cestinato senza essere letto, e usare invece un sottogenere più specifico che è più digeribile. Urania è il concorso più blasonato e lo consiglio, anche se è difficile vincere.
L'incontro con Maico è stato molto interessante, considerando che non sono esattamente un'appassionata del genere fantascientifico. Nel porgergli tutti i miei migliori auguri per il proseguimento della sua carriera di scrittore, vi raccomando vivamente di tenervi più informati sugli "insospettabili" a cui ha dato i natali la nostra bella provincia, sempre pronta a regalarci sorprese come questa.



domenica 21 agosto 2016

Rinfresco aperitivo fai-da-te

Buona domenica a tutti! Come la state trascorrendo?
Per me oggi è l'ultimo giorno di ferie prima del rientro a lavoro, ahimé.. Ultimo giorno di relax vuol dire che me ne starò per la maggior parte del tempo in poltrona (ogni lettrice che si rispetti ha ovviamente il suo rifugio protetto da una barriera invisibile che la isola dal resto del mondo), leggendo Gomorra di Roberto Saviano, 

mentre il mio pennuto amico Lemon ciancia allegramente sulla mia spalla, e viziandomi con la super torta del trentesimo compleanno di G. che abbiamo festeggiato ieri.


Tralasciando quanto mi è costata la super torta che farà anche la sua bella figura ma non siamo ai livelli del Boss delle torte quindi il primo entusiasmo si è presto smorzato, vi voglio illustrare il buffet aperitivo offerto ai miei ospiti, giusto per darvi qualche spunto.




Uno dei miei piatti forti è la crepe farcita. Preparo due crepes con un uovo sbattuto con un pizzico sale a cui aggiungo 65 gr di farina setacciata e, mescolando bene, 100 ml di latte a temperatura ambiente. Una volta ottenute due crepes rotonde le sovrappongo appena e le farcisco con della insalata capricciosa (che potete comprare o anche fare in casa semplicemente con una dadolata di verdure cotte al vapore e tanta maionese), dopodiché le arrotolo su se stesse come una piadina e servo il piatto decorato da pomodorini, olive e mozzarelline, o, come in questo caso, gamberetti e ravanelli.

Una ricetta ottima che ha sempre un enorme successo l'ho scovata grazie alla mia mania di spulciare ricette nei libri che leggo. Qui trovate la ricetta originale che ha poi in realtà molte varianti, io ad esempio uso spesso la pasta sfoglia invece della pasta fillo che a casa mia non è molto gradita, ma il ripieno vi garantisco che è buonissimo!


Altra torta farcita che G. & compari apprezzano molto è quella ripiena di patate speck e scamorza, di mia invenzione, come variante del classico gateau di patate tipico del mio paese di origine: il procedimento è lo stesso ma anziché usare il pangrattato come base io fodero lo stampo di pasta sfoglia sia sopra che sotto e viene fuori una torta rustica a tutti gli effetti.
Di mia invenzione, modestamente, anche le crocchette di broccoli che come per magia riescono a ingannare il palato di G. e questa è l'unica maniera di fargli mangiare un po' di sana verdura senza dovermi beccare occhiate di rimprovero ( lo so sembra un ragazzino viziato ma vi giuro che ha trent'anni!). E' sufficiente pulire e bollire 300 g di broccoli per una decina di minuti, scolarli e schiacciarli con i rebbi di una forchetta. Dopodiché aggiungere due uova, due cucchiai di parmigiano, aggiustare di sale e pepe e pangrattato fino a dare all'impasto una buona consistenza. Si preparano delle palline di impasto e si passano in forno ventilato a 200 gradi per venti minuti (potete anche friggerle volendo) e si mangiano bene sia calde calde che a temperatura ambiente. 
Sul resto della tavola potete vedere prosciutto e melone, panini al sesamo farciti con mortadella, mozzarelline, olive, patatine e polpettine di carne con cuore di scamorza.
E' tutto, spero che il post vi sia in qualche modo utile.


Athena



mercoledì 17 agosto 2016

Le uova schiuse dei grilli

Buongiorno a tutti i lettori occasionali. Negli ultimi giorni ho spulciato parecchio nel mondo dei blog cercando spunti per dare una forma accattivante al mio blog neonato. Quello di cui mi sono subito accorta è che non esistono blog specifici che trattano molti dei temi che mi stanno particolarmente a cuore..
Quindi ho deciso di dedicare una parte del mio blog a un'attività inconsueta e, mi duole dirlo, poco ben vista, ossia l'allevamento amatoriale di animali esotici..
Preferisco procedere con calma trattando una tipologia di animale alla volta, ma sono ansiosa di condividere la bella notizia degli ultimi giorni: i primi piccoli nati dalle tre covate nel box della colonia di grilli comuni (Acheta domesticus).













A qualcuno "non addetto ai lavori" sembrerà strano che si decida di allevare in casa dei normalissimi grilli come quelli che infestano le campagne. Beh, vi dirò, a parte la comodità di averli sempre disponibili a un costo veramente ridotto perché sono la prima fonte di nutrimento per la maggior parte di rettili e anfibi, io ADORO svegliarmi la mattina con il canto dei grilli! (qualcuno mi prenderà per pazza ma dovete innanzitutto comprendere la mia smodata fissazione per la natura e per gli animali).

Per qualsiasi domanda in merito all'allevamento e alla riproduzione dei grilli sono qui!








Athena

lunedì 15 agosto 2016

La giurata imparanoiata


Buon ferragosto a tutti, spero che lo stiate trascorrendo nel modo più piacevole. Il mio sta volando, come il resto delle vacanze, nel più totale relax e nella pigrizia assoluta. Come potete osservare dalla foto che ritrae il mio librone degli appunti (di cui sono orgogliosissima) e il regolamento, oggi ho terminato di leggere gli elaborati che sono arrivati in occasione del concorso letterario LIBRINVIAGGIO organizzato dal comune in cui abito. E' il terzo anno che faccio parte della giuria insieme alle mie "colleghe" del Gruppo di Lettura e devo dire che attendevo l'apertura delle buste con un certo tumulto nello stomaco.. Già, perché lo scorso anno alcune letture ci hanno, diciamolo, traumatizzate! (:
Capiamoci, io ho la massima stima e il massimo rispetto per tutti quelli che ci provano, mi rendo conto che ogni elaborato necessita di lavoro, di ricerche, di ore e ore di meticolosa e accurata selezione e meditazione.. Ma vi assicuro che i livelli di sintassi, lessico e trama ci hanno lasciate quantomeno interdette, perché potevano paragonarsi a dei temi scritti da bambini delle elementari..
Quest'anno, invece, nonostante l'argomento fosse piuttosto delicato, qualche racconto si è particolarmente distinto per l'originalità e per il talento di sviluppare un intreccio verosimile senza cadere nei cliché alimentati da alcune serie televisive.
Queste ovviamente sono solo le mie osservazioni a crudo e devo ancora confrontarmi con le impressioni del resto della giuria, che quest'anno, oltre al Gruppo di Lettura Librarsi, comprende anche un esponente dell'associazione Libera e un altro dal Collettivo Liberi dalle Mafie. Comunque il 4 settembre saranno presentati i primi tre classificati a cui verrà consegnato il premio in denaro e vi aggiornerò.
Sono curiosa di sapere se tra voi c'è qualcun altro che si è prestato, e magari lo fa ancora, come giurato di un concorso letterario, e che impressione si è fatto del panorama italiano degli autori dilettanti emergenti.
Io a questo punto torno a immergermi nella Turchia degli anni 80, insieme a Kemal e Fusun, per il libro scelto insieme al Gruppo di Lettura, di cui a breve scriverò le mie impressioni (mi disturba chiamarla recensione perché trovo che sia un termine che presuppone una certa superbia, ma magari è una paranoia tutta mia).

Athena

Il mio biglietto da visita

Mia madre, dall'alto della sua saggezza popolare, ha sempre curato molto le sue mani, ripetendomi all'infinito che "le mani sono il tuo biglietto da visita". E proprio lei, sarta e piccola imprenditrice, alla veneranda età di 63 anni, quando si presenta a una persona nuova, nonostante le dita rovinate dall'avanzare degli anni e dal lavoro manuale, sfoggia una mano di tutto rispetto. Ma un'aspirante blogger quale io sono, nonostante io scriva ormai da svariati anni, puntando sul primo post quale "biglietto da visita", cosa potrebbe inventarsi di accattivante? :) 
Internet è pieno di "consigli degli esperti" ma quando è il momento di metterci la propria faccia (virtuale), la faccenda cambia.. 
Non mi perderò in sproloqui nel mio primo post, vi basti sapere che la mia vita è resa piuttosto intensa da una serie di hobby e passioni che ho deciso di iniziare a condividere col web, dai libri agli animali, dal fai-da-te alla cultura popolare, dai trend moderni al vintage.. 
Insomma, ce n'è un po' per tutti i gusti e mi auguro di trovare chi voglia condividere qui con me le proprie opinioni sui più svariati argomenti..
Come diceva Warren Buffet "Ci vogliono venti anni per costruirsi una reputazione: ne bastano 5 per distruggerla". Spero proprio che i cinque minuti che tu, caro Lettore, hai impiegato nella lettura del mio primo post non si rivelino la tomba della mia carriera di blogger..
(Non so esattamente chi fosse Mr Buffet ma la citazione mi faceva un certo effetto)

La strega di P.